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Non è più automatico il pagamento del premio di preparazione da parte delle società professionistiche. Può essere letta in questa chiave la recente modifica dell'articolo 33 comma 1 delle Norme organizzative interne federali (Noif), contenuta nel comunicato ufficiale della Figc n° 220/A del 13 giugno 2005, integrato successivamente dal comunicato n° 230/A del 29 giugno 2005. L'articolo in questione è inerente "i giovani di serie", cioè i calciatori dal 14° anno di età tesserati per una società professionistica.
Prima di entrare nel merito sarà opportuno chiarire il meccanismo di funzionamento del premio di preparazione.
Il premio matura all'atto del primo tesseramento del calciatore come "giovane di serie", "giovane dilettante" o "non professionista", quindi nel momento del primo tesseramento "a tempo determinato" inteso come vincolo pluriennale, e hanno diritto al premio la società o le due ultime società che hanno avuto il calciatore tesserato, con vincolo annuale o biennale, nell'arco delle ultime tre stagioni sportive.
Le società appartenenti alla Lega nazionale dilettanti e alla Lega professionisti serie C possono chiedere il premio di preparazione a società appartenenti a qualsiasi Lega, mentre i club appartenenti alla Lega nazionale professionisti possono chiedere il premio solo a società facenti parte della stessa Lega.
La normativa sul premio di preparazione è contenuta all'art. 96 delle Noif, a cui rimanda anche l'art. 33 del Regolamento del Settore giovanile e scolastico.
Con la vecchia normativa il calciatore tesserato per una società professionistica all'atto del compimento del 14° anno di età faceva scattare automaticamente il diritto al premio per le società titolari del tesseramento, annuale o biennale, nelle ultime tre stagioni sportive, ciò in quanto la qualifica di "giovane di serie" veniva acquisita dal ragazzo per il semplice fatto di essere "cartellinato" per un club professionista. La nuova versione dell'art. 33 delle Noif puntualizza che lo status di "giovane di serie" si concretizza quando il calciatore, dopo aver compiuto i 14 anni, sottoscrive la richiesta di tesseramento e questa viene accolta dalla Lega di competenza (Lega di A e B o Lega di C).
Formalmente la procedura non è cambiata, ma nella sostanza gli effetti, ai fini del premio, sono diversi.
Prima della modifica la società professionista che non provvedeva alla sottoscrizione del tesseramento come "giovane di serie" doveva ugualmente pagare il premio alle eventuali società aventi diritto e in caso di mancato accordo tra le parti, cosa frequente, la Commissione premi di preparazione, preposta in prima istanza a decidere su eventuali ricorsi, verificata la legittimità della richiesta, deliberava il pagamento del premio, oltre a liberare "contrattualmente" il giovane calciatore libero di accasarsi con un'altra società.
Con la nuova versione dell'art. 33 comma 1, il club professionista può decidere di non sottoscrivere il tesseramento come "giovane di serie" senza far scattare il diritto al premio, rendendo vano un eventuale ricorso alla Commissione da parte delle società aventi diritto secondo il vecchio testo; come in precedenza, però, il mancato tesseramento come "giovane di serie" pone in posizione di svincolo il calciatore.
La modifica apportata, quindi, indebolisce la posizione delle società dilettanti e di puro settore giovanile. "E' una situazione assurda -commenta Angelo Conti, Direttore sportivo della Romulea, società romana all'avanguardia in ambito di settore giovanile- i professionisti fanno il bello e cattivo tempo e le risorse a favore del calcio di base sono sempre più esigue. Con questo meccanismo di applicazione -continua Conti- un club professionista può decidere, valutando le effettive potenzialità del calciatore, se procedere o meno ad un tesseramento come "giovane di serie", senza doversi accollare il pagamento del premio in via automatica. E ancora, facendo firmare al calciatore, prima del compimento del 14° anno di età, un cartellino biennale, la decisione sul tesseramento come "giovane di serie" può essere ulteriormente posticipata".
Il Presidente della Commissione premi di preparazione della Figc, Vittorio Barbotto, attende i primi casi concreti per valutare gli effetti della modifica. "Abbiamo segnalato a chi di competenza l'opportunità di verificare le conseguenze derivanti dalla modifica apportata all'art. 33 -dichiara Barbotto- e poi aspettiamo lo sviluppo concreto della situazione. Ma a prescindere da questo specifico caso, è l'intero istituto dei premi che andrebbe rivisto. I numerosi ricorsi, in prima istanza, alla Commissione premi di preparazione e, in seconda istanza, alla Commissione vertenze economiche, nonché i tanti "escamotage" studiati dalle società per eludere il pagamento del premio, sono un forte segnale dell'esigenza di nuovi meccanismi di funzionamento e applicazione".
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