Iqoniq avrebbe dovuto coinvolgere i tifosi con le cripto, ma ha finito per causare loro perdite milionarie. Nel 2021 la piattaforma monegasca ha siglato accordi con attori di primo piano come la Liga, il Crystal Palace, la Real Sociedad e la scuderia di F1 McLaren.
Iqoniq ha poi venduto ai fan di questi sport dei token che avrebbero garantito l’accesso a contenuti esclusivi e a forme di partecipazione alle vicende quotidiane dei loro beniamini. Oggi il prezzo di quelle criptovalute è sceso a circa 4 millesimi di euro, generando enormi perdite ai sottoscrittori.
Pur ammettendo le difficoltà, il fondatore di Iqoniq, Kazim Atilla, ha rimarcato che le quotazioni del token potrebbero sempre rimbalzare in futuro. Il problema, secondo quanto ricostruito dal Times, è che la crisi di Iqoniq è talmente grave da poter condurre alla sua liquidazione. Una circostanza negata da Atilla secondo cui la società ha sì subito l’impatto della pandemia, ma è ora alla ricerca di una nuova sede con l’obiettivo di diventare la prima cripto-piattaforma sportiva al mondo entro il 2025.
Le perdite non riguardano tuttavia soltanto i tifosi investitori, ma anche le società che hanno stretto accordi commerciali con la piattaforma monegasca.
Il club spagnolo della Real Sociedad ha rivelato al quotidiano inglese di dover ricevere 820 mila euro da Iqoniq, mentre l’inglese Crystal Palace, che aveva il suo marchio sulle maniche delle magliette, ha già intentato un’azione legale per alcuni pagamenti arretrati.
Identica sponsorizzazione era stata annunciata a settembre 2020 anche dalla AS Roma che però aveva presto sospeso l’accordo con Iqoniq alla fine della stagione 2020/2021.
Il flop della piattaforma ha spinto l’Associazione dei tifosi di calcio (Fsa) ad auspicare una regolamentazione per evitare che la promozione sportiva finisca per banalizzare i rischi insiti nell’investimento in criptovalute. Chissà che l’eco di questa richiesta non giunga fino in Italia.
A maggio la Lega Serie A ha lanciato una serie di figurine digitali dedicate alla Coppa Italia in collaborazione con Crypto.com, società con sede a Singapore diventata poi sponsor del massimo campionato italiano.
Sei club hanno poi stretto accordi di sponsorizzazione con piattaforme cripto più o meno note, per un valore annuo vicino ai 70 milioni di euro. Una raffica di contratti che, secondo alcuni osservatori, segue – non solo cronologicamente – il blocco imposto nel 2019 alle intese fra club e società di scommesse.
Da ultimo, come riportato da Calcio e Finanza, l’Inter ha scelto per la prossima stagione come sponsor di maglia al posto di Socios un’altra piattaforma blockchain DigitalBits, già sponsor della Roma.
Secondo il New York Times, DigitalBits è stata di recente citata in giudizio negli Stati Uniti da uno degli investitori della prima ora che sostiene che la società non abbia alcun progetto concreto al di là delle sponsorizzazioni.