Si è chiuso il campionato di Serie A con l’audience tv più bassa degli ultimi anni, combattutissimo ma con un valore commerciale tutto da decifrare: in base alle rilevazioni Auditel, le uniche valide secondo Agcom, 169,6 milioni di telespettatori complessivi, rispetto ai quasi 242 milioni della stagione 2020-21, ovvero il 29,9% in meno.
Sky ha ottenuto audience simili a quelle di Dazn dell’anno scorso (quando c’erano i canali tv Dazn su Sky), con 46,1 milioni di telespettatori Sky rispetto ai 47,9 milioni di Dazn nel 2020-21, mentre le performance di Dazn nella stagione 2021-22, senza veri canali tv e con una offerta tutta in streaming, sono state molto inferiori rispetto a quelle di Sky l’anno scorso: 123,4 milioni di Dazn contro i 194 milioni di Sky nel 2020-21.
La Lega Serie A può essere molto soddisfatta degli spettacoli apparecchiati per la Supercoppa italiana (decisa all’ultimo minuto dei tempi supplementari), e della Coppa Italia (con le semifinali tra Inter e Milan, e la finalissima tra Inter – Juventus), manifestazioni andate in onda su Mediaset e con record di audience: 7,9 milioni di telespettatori per la finale Inter-Juve di Supercoppa in gennaio (33,2% di share), 6,9 milioni per la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Inter in aprile (29% di share) e 8,7 milioni per la finale Inter-Juve di Coppa Italia (41,5% di share) in maggio, tutti match trasmessi da Canale 5.
In questi casi è molto importante chi arriva in fondo: un conto sono le partite che vedono coinvolte, ad esempio, Atalanta o Roma, un conto se a sfidarsi sono i tre club con il bacino di tifosi più ampio (Inter, Milan e Juventus).
Il campionato, invece, nonostante il duello fino all’ultima giornata tra Milan e Inter, ha vissuto una stagione sperimentale, la prima con tutti gli incontri in streaming su Dazn, e solo tre a turno disponibili anche su Sky. E la prima senza un sistema condiviso di misurazione delle audience.
Nei dati Auditel sono compresi anche gli ascolti su smart tv, ma sfuggono invece tutti quelli di Dazn su altri device, che Dazn non fa misurare da Auditel o Audiweb (che sarebbero dei Jic) ma invece da Nielsen (che invece Jic non è).
Obiettivamente, il livello della Serie A è apparso tecnicamente molto basso, la formula a 20 squadre non ha alcun senso (si fatica a metterne insieme 16 decenti), nonostante si debba anche sottolineare come sia l’Inter, contro Real Madrid e Liverpool finaliste della Champions League, sia il Milan, contro Liverpool e Atletico Madrid, non abbiano affatto sfigurato nelle sfide europee.
Il bottino dei diritti tv da spartirsi per la stagione 2021-22 della Serie A è di circa un miliardo di euro (di cui 840 milioni di euro da Dazn), con Milan e Inter che incasseranno circa 70 milioni di euro a testa, e la Juventus dietro di qualche milione.
A queste cifre per i club andranno sommate anche quelle relativa all’8% dei diritti tv (circa 90 milioni di euro) distribuite proporzionalmente in base agli ascolti televisivi di ciascuna squadra (ascolti che dovranno essere calcolati sui dati Auditel e non su quelli distribuiti da Nielsen- Dazn, che secondo Agcom non hanno alcuna rilevanza scientifica perché non provenienti da un Jic).
Le squadre più penalizzate nel cambio di distribuzione dei match sono state Napoli (-38,4% di ascolti rispetto alla stagione 2020-21), Juventus (-38%), Roma (-30,7%), mentre Milan (-23%) e Inter (-18%) hanno contenuto i danni perché programmati più spesso anche sui canali Sky.
Ora si tratterà di vedere pure come verrà risolta la querelle tra Dazn e Tim (che copriva l’esborso Dazn con circa 330 milioni di euro annui per l’esclusiva della app di Dazn sulla piattaforma Tim Vision), e se, come sembra, il vincolo di esclusiva verrà sciolto per le stagioni 2022-23 e 2023-24, a favore di una distribuzione di Dazn pure su altre piattaforme, da Sky a Prime Video.
Ma a preoccupare la Lega Serie A, e quindi i singoli club, è il prossimo bando per i diritti, quello relativo al triennio 2024-2027, i cui termini dovranno essere pronti per l’inizio del 2023, e perciò tra circa otto mesi: il calo di audience della Serie A è strutturale, legato a una mancanza di interesse verso il campionato, con poche star, oppure la distribuzione della app di Dazn su più piattaforme riuscirà a riaccendere la passione?
Perché se, come già accade per i diritti all’estero, la Serie A dovesse realmente diventare una competizione minore, l’obiettivo del miliardo di euro annui in diritti, soprattutto con una Sky consapevole di poterne fare a meno, potrebbe essere fin troppo ambizioso.
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