L’aumento dei costi e il conseguente aumento delle entrate: i bilanci e la struttura dei ricavi.
In questa seconda parte si cercherà di evidenziare l’evoluzione economico/patrimoniale dei club di calcio nell’arco dell’ultimo decennio, mostrando il processo evolutivo e le tendenze che il calcio d’oggi e soprattutto di domani evidenzia.
A causa del continuo lievitare dei costi operativi, dell’intensificarsi e dell’allargarsi della concorrenza, la crescita dei ricavi sta diventando un’esigenza sempre più sentita dalle società e la ricerca di finanziamenti più stabili, una priorità.
L’evoluzione qualitativa e quantitativa subita dai principali aggregati economici rileva che:
• VALORE DELLA PRODUZIONE: riclassificando le voci di ricavo in due sole tipologie (ricavi da gara e altri ricavi) si nota come, stante la stabilità degli incassi da gare, il forte aumento del valore della produzione registratosi a partire dalla stagione 94’/95’, è imputabile ad altre voci, come diritti televisivi, sponsorizzazioni ed altre entrate commerciali.
Fig. 1 - Il trend e la composizione del valore della produzione del club medio di serie A nei 10 anni considerati (in milioni di lire).
Da notare in particolare il sorpasso storico a partire dalla stagione 94/95 operato dagli altri ricavi sugli incassi da gara e le impennate subite dalla curva del valore della produzione in corrispondenza dei rinnovi a scadenza triennale dei contratti per la cessione dei diritti televisivi.
• COSTI DELLA PRODUZIONE: la riclassificazione delle voci di costo evidenzia come l’impennata, che si registra a partire dalla stagione 96/97, sia imputabile soprattutto alla voce relativa ai salari e stipendi dei giocatori, a causa degli effetti negativi della “sentenza Bosman”.
Fig. 2 - Il trend e la composizione dei costi della produzione del club medio di serie A nei 10 anni considerati (in milioni di lire).
I dati mostrano un settore in costante perdita, sia caratteristica che generale; in particolare la gestione caratteristica sembra essere il neo più grosso del sistema calcio.
I costi operativi sono, nell’arco dei dieci anni, sempre superiori ai ricavi e la forbice tra i rispettivi valori sembra allargarsi in modo preoccupante.
Solo la gestione straordinaria, ovvero i risultati economici del calcio mercato1, permettono di mitigare, almeno in parte, le perdite portando il risultato d’esercizio a valori più accettabili ma comunque permanentemente in rosso.
Occorre prontamente, a mio avviso, agire prontamente sull’incremento dei ricavi e sul contenimento dei costi.
Per poter avere una migliore visione della situazione sarà necessario evidenziare tre distinte fasi:
a) fine anni 80’:
i ricavi, pur rimanendo in valore assoluto sempre al di sotto dei costi operativi, riescono comunque a seguirne l’andamento e a crescere di pari intensità, consentendo così, grazie alla gestione straordinaria, di toccare il livello minimo di perdita d’esercizio;
b) prima metà anni 90’:
i ricavi operativi non riescono più a seguire gli andamenti dei costi operativi a causa della forte crescita di costi sostenuti per ingaggi di calciatori e i relativi ammortamenti arrivando così al livello massimo di perdita media d’esercizio;
c) ultime stagioni:
quest’ultimo periodo è contrassegnato da una accellerazione tanto nei ricavi operativi, per effetto degli aumenti strutturali soprattutto nel campo dei diritti TV, quanto dei costi operativi, soprattutto per l’esplosione dei costi conseguenti alla “sentenza Bosman”.
Nasce così la prassi di ricercare la realizzazione di forti plusvalenze per la cessione dei calciatori in modo da contenere le perdite operative derivanti dai maggiori costi del lavoro.
Altresì un’analisi storica dei principali indici di bilancio ha evidenziato:
1) un sostanziale peggioramento della redditività operativa (risultato operativo/valore produzione), nonostante la presenza di un significativo avanzo nella gestione straordinaria che porta ad un pressoché immutato livello di redditività globale (risultato economico/valore produzione);
2) una maggiore diversificazione delle entrate operative delle società che risultano sempre meno legate ai ricavi tipo ovvero gli incassi da gare;
3) un progressivo aumento dei salari sul fatturato, al punto da assorbire completamente i ricavi da gare, evidenziando così una scarsa produttività delle risorse umane (gli stipendi nell’88’ assorbivano il 76% degli incassi da gare, nel 99’ sono il 175%);
4) la crescita del peso delle risorse ripartita soprattutto in virtù della vendita dei diritti TV da parte della LEGA;
5) l’elevato, seppur tendenzialmente costante, tasso di indebitamento delle società (debiti/tot. attivo);
6) la tendenza alla riduzione del peso dei diritti pluriennali alle prestazioni dei giocatori sul totale dell’attivo investito, pur restando questo, il principale componente dell’attivo stesso.
Come risposta a tale analisi è inevitabile che, sebbene sia difficile per un club di calcio conciliare risultati sportivi ed economici, ciò non toglie che questo rimanga la grande sfida per il futuro.
Nel prossimo articolo parleremo delle principali tendenze nel settore calcio