Indietro
Quando si parla di atleta, si immagina sempre una persona che svolge un’attività sportiva a livello agonistico, una persona soggetta ad un notevole stress fisico, oltre che psichico, in relazione alla necessaria concentrazione che bisogna mantenere nello svolgimento dell’attività stessa.
Per diventare atleti bisogna avere delle attitudini di fondo, che costituiscono la soglia minima d’ingresso nello sport e sulle quali si farà leva per lo sviluppo tecnico e formativo del potenziale campione.
Le altre caratteristiche richieste riguardano la forte motivazione, verso il raggiungimento dei risultati e verso la volontà di vivere correttamente un’esperienza agonistica, ed il piacere del continuo confronto con se stessi e con gli altri.
Questi fattori portano ad affrontare con impegno e costanza la strada che porta al risultato, ma devono essere anche adeguatamente supportati da un’educazione allo sport che permetta di affrontare nel modo migliore possibile il concetto di sconfitta o di mancato raggiungimento del risultato prefissato.
Inoltre ci sono anche degli elementi di ostacolo verso l’attività agonistica ed in particolare troviamo: l’età, il tempo a disposizione per la pratica, problemi logistici per la pratica stessa.
Il primo è forse il più importante, nel senso che fisiologicamente la struttura umana regge alcuni tipi di sforzo e la predisposizione all’apprendimento di una disciplina diminuisce con l’età. Al contrario, non si è mai troppo giovani per iniziare uno sport; tuttavia bisogna cercare di ponderare e conciliare la crescita sportiva con quella del corpo, poiché taluni sport, come il tennis, sport monolaterale, risultano pericolosi per la crescita se non praticati insieme ad attività compensative.
Non si deve dimenticare che un disturbo osseo o articolare per un giovane è certamente recuperabile, ma può anche ripercuotersi nella maturità. Avendo l’atleta un proprio ciclo di vita sportivo, bisogna fare in modo che questi percorra tutte le sue tappe prevenendo tutti gli elementi distorsivi della pratica sportiva.
L’allenatore, i genitori ed, in futuro, il manager devono provvedere alla crescita dell’atleta anche come uomo, evitando di bruciare le tappe, presi da una realizzazione economica temporanea che potrebbe non avere seguito in comune anche a causa di una mancata formazione personale.
Questa deve essere intesa come una crescita comprendente l’aspetto sociale e quello educativo in senso stretto rifacentesi alla possibilità di formare la propria cultura attraverso un’educazione scolastica che non deve essere nominale, ma reale, poichè solo così sarà in grado di saper gestire i propri comportamenti, il proprio grado di notorietà raggiunto, anche nei confronti di coloro che ne hanno di più, la propria personalità ed il proprio ciclo di vita. Molti cadono nel cosiddetto “dimenticatoio”, una volta conclusa la vita sportiva e magari si ritrovano a dover ricominciare una nuova strada; altri invece vengono ricordati e questo non soltanto per le grandi capacità atletiche dimostrate, ma anche perché sono riusciti a maturare una personalità che ha loro permesso di rimanere saldamente legati al proprio mondo e, in alcuni casi, di condizionarlo.
Un esempio è rappresentato da Pelè il quale è per molti il più grande calciatore di tutti i tempi, ancorché la sua attività si sia ormai conclusa più di trenta anni fa. Nonostante ciò, egli rimane uno dei personaggi più richiesti dagli sponsor anche in virtù delle cariche politiche che ricopre in seno alla federazione internazionale di calcio e della federazione brasiliana.
Sommario
|