Home page
Nonostante le numerose testimonianze non si può definire con esattezza la nascita vera e propria delle sponsorizzazioni nello sport. Nei precedenti articoli abbiamo visto che le sponsorizzazioni, per essere considerate tali, devono avere uno scopo commerciale. Se partiamo da questa considerazione possiamo far risalire la nascita delle sponsorizzazioni sportive al 1899, proprio con le barche a vela. Si affaccia infatti, sul palcoscenico internazionale, un personaggio con forte carisma e con spiccate doti commerciali: Sir Thomas Lipton, un nobile lord irlandese che fa della produzione di tè la sua fonte di ricchezza.
Thomas Lipton, oltre a essere un abile commerciante, è un appassionato velista che sceglie di unire il lavoro al piacere e decide di andare oltre oceano per partecipare alla sfida di Coppa America. Si tratta di una regata prestigiosa, con la quale Lipton intravede la possibilità di far conoscere il su tè al mercato americano e di aumentare notevolmente i profitti. Attraverso un club nautico irlandese, il Royal Ulster Yacht Club, Lipton lancia la sua prima sfida al New York Yacht Club, detentore della Coppa America (Ottone, 1983).
La sfida viene intrapresa con una barca di nome “Shamrock”, che non riesce minimamente a contrastare “Columbia”, la barca americana. Nonostante la clamorosa sconfitta il successo commerciale e la simpatia che suscita nel popolo statunitense porta Sir Lipton a ripetere la sfida negli anni, interrotta solo durante la prima guerra mondiale. L’interesse per la Coppa inizialmente è quello di allargare i confini del suo mercato di tè, però in seguito diventa l’unica ragione di vita. La passione per la vela e l’ossessione di raggiungere la vittoria in questa regata, hanno sopraffatto la razionalità e il senso degli affari di un grande imprenditore come Sir Thomas Lipton (Ottone, 1983)
Nella storia della vela e soprattutto della Coppa America sono molti i nomi di imprenditori/mecenati che hanno investito in questo sport il proprio patrimonio. Tra questi, oltre al già citato Lipton, figurano il francese Bich, inventore della famosa penna a sfera Bic, o Sir Murduck Sopwith, costruttore dei caccia biplani inglesi utilizzati nella prima guerra mondiale. Per uscire dagli sfarzi del mecenatismo occorre aspettare la fine degli anni settanta (Passerini, 2003).
Proprio negli anni in cui le sponsorizzazioni trovano un loro spazio all’interno della comunicazione aziendale, le imprese iniziano a investire in progetti volti a rafforzare la propria immagine e a ricercare impatto mediatico anche attraverso lo sport della vela. Il mondo delle barche, come quello delle sponsorizzazioni, ha un’evoluzione sociale propria.
In origine la vela è il mezzo di propulsione privilegiato per barche da guerra e da commercio. Il mare è percepito come irrequieto e ostile, il vento come un alleato difficile da domare per il suo umore e la sua forza imprevedibile. Questi elementi naturali sono rispettati e temuti allo stesso tempo e sono, nell’immaginario dei marinai, portatori di leggende e di storie di navigazioni tumultuose ed epiche (http//fr.enciclopedia.yahoo.com).
Nel 1700 nasce lo yachting, inteso come andare in barca a vela per sport o diletto. Si costruiscono i velieri, barche di lusso e su misura, per aristocratici e grossi proprietari terrieri che conoscono la navigazione come occasione di mondanità. Poi, verso la fine del 1800, lo sport della vela si diffonde, si estende verso la nuova alta borghesia e la barca diventa soprattutto uno status symbol, un segno di successo. Simultaneamente nasce però, specie nel nord Europa, un altro modo di andar per mare, quello sportivo, che si esercita su barche a vela, non abitabili, adatte solo per le regate. I loro proprietari trascorrono l’estate a gareggiare e l’inverno nei capannoni a sistemare le imbarcazioni per la stagione successiva (Ottone, 2001).
Lo yachting conquista progressivamente tutta l’Europa, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda. Vengono creati gli yachting club così le competizioni e i confronti ufficiali si moltiplicano. Un ulteriore passo in avanti si ha nel 1906 con la messa a punto di regole di regata internazionali e la creazione un anno più tardi dell’Intenational Yacht Racing Union (IYRU), che è tutt’ora la federazione internazionale dello sport della vela (http//fr.enciclopedia.yahoo.com).
L’evoluzione più grande avviene più o meno negli anni sessanta, grazie alla rivoluzione della plastica. Si iniziano a costruire le barche in vetroresina, materiale dai costi contenuti che richiede poca manutenzione, e la nautica diventa uno sport di massa, o quasi. E’ cambiata anche la forma delle barche: da una linea lunga e affilata si è passati a una più panciuta, che consente maggior velocità e comodità durante la vita a bordo (Ottone, 2001).
Tutti gli articloli relativi al marketing sportivo
|