Lo stress fisico o psicofisico costringe
l'organismo a sviluppare condizioni organiche di adattamento, provocando
la liberazione di numerosi ormoni e attivando neuromediatori (endorfine,
catecolamine, glucocorticoidi, ACTH ecc.) in grado di condizionare la
funzionalità del sistema immunitario, oltre che di altri organi e sistemi.
Le correlazioni tra condizioni psicofisiche da una parte e funzione
immunitaria, sistema endocrino e sistema nervoso dall'altra sono mediate
da fattori neuroendocrini.
Epidemiologia
Molti studi sono stati compiuti in ordine alle condizioni dinamiche
del sistema immunitario di atleti sottoposti ad attività motoria intensa
e protratta e, sebbene qualche responso si scosti da criteri di omogeneità
e riproduttività, esiste oggi una vasta letteratura, sviluppatasi intorno
agli anni '70, che comprova e avvalora la tesi di un'aumentata sensibilità
alle infezioni negli atleti fortemente stressati a causa di imponenti
e protratti impegni significativamente affaticanti.
Il riscontro di un peggioramento delle condizioni immunitarie
si evidenzia per lo più nel periodo terminale della preparazione o addirittura
nel corso della manifestazione agonistica, mentre quasi mai i fenomeni
patologici si esprimono nelle fase iniziale della preparazione. Diverse
patologie compaiono quando l'organismo, messo a dura prova dalla fatica,
si rivela più vulnerabile a invasioni virali o batteriche e più sensibile
a episodi infiammatori e degenerativi favoriti dalla sopravvenuta deficienza
immunitaria che si manifesta dopo fatiche protratte.
Le manifestazioni cliniche sono rappresentate da infezioni di varia natura che ricorrono
con grande frequenza, come lievi forme erpetiche, infezioni delle prime
vie aeree, tonsillopatie, formazioni ascessuali, disturbi digestivi,
sino a forme più gravi (toxoplasmosi o altre condizioni) a lenta risoluzione
e con tendenza a recidivare.
La défaillance atletica si può manifestare
non solo quando il quadro clinico della patologia risulta conclamato,
ma anche durante il periodo di incubazione dell'affezione.
Modificazioni
di parametri e funzioni proprie del sistema immunitario
La risposta
del sistema immunitario all'esercizio fisico varia in relazione a diversi
fattori condizionanti. Al riguardo, le risposte apparentemente discordanti
offerte da alcuni autori dipendono, verosimilmente, dalla diversificazione
delle condizioni di base esistenti al momento della ricerca, tra cui
sono fondamentali la durata, l'intensità e la sistematicità dello sforzo
fisico finalizzato, ancorchè adeguatamente modulato.
Un altro elemento
importante da considerare è la fascia di età definita evolutiva, la
cui delicatezza formativa non può sfuggire alle nefaste influenze esercitate
da stimoli sportivi non pertinenti. Sono da considerare in questo ambito
non solo i danni biologici prodotti allo stato di salute delle leve
giovanili quando i carichi di lavoro eccedono le capacità di risposta
fisiologica, ma anche le conseguenze derivanti da devianze apportate
a un corretto assetto immunologico in relazione all'età.
Si ricordi
che il sistema immunitario, comunque attivato, è sempre coinvolto da
sollecitazioni di qualsivoglia natura provenienti dal mondo esterno
(ma anche interno) che determinano modificazioni temporanee o perduranti
dell'assetto funzionale del sistema immunitario.
Dando per accertato
buone condizioni fisiche di base dello stato di salute dell'atleta,
uno stato nutrizionale buono, in assenza di deficit attuali o recenti,
un impegno nell'allenamento correttamente strutturato e con buoni rapporti
con l'ambiente, l'atteggiamento funzionale assunto dal sistema immunitario
in seguito a insulti atletici è condizionato massimamente dall'età del
soggetto e dal grado di intensità e di durata dell'esercizio.
A fronte
di una sollecitazione atletica di lieve o moderata intensità e di breve
durata, si hanno alterazioni funzionali di scarso significato immunologico,
presenti per breve tempo, che si affiancano a variazioni temporanee
dell'omeostasi provocate dall'atletismo.
Questi eventi potrebbero essere
visti come una reazione temporanea di adattamento per cui, scomparso
o ridotto l'insulto atletico del momento, i processi provocati verrebbero
rimossi dall'organismo, che non conserverebbe traccia dell'accaduto.
Totalmente diversa, e tale da destare seria preoccupazione, è la condizione
assunta dal sistema immunitario (e dall'insieme dei fattori neuroendocrini)
quando l'organismo è sottoposto a insulti atletici intensi, sia come
quantità sia come qualità, e protraentisi nel tempo con ritmo costante.
Tali comportamenti atletici incidono pesantemente sulla funzionalità
propria del sistema immunitario, che può andare incontro a gravi alterazioni.
Rientrano nel fenomeno anche ripercussioni a carico del sistema nervoso
e di quello endocrino, che sono intimamente connessi con il sistema
immunitario.
Si realizza così un'immunodeficienza che si va man mano
strutturando con il trascorrere del tempo e rappresenta la risposta
all'insulto atletico sopra delineato. Tale evento biologico non è né
rigido né provvisorio, ma si attua in maniera flessibile e duratura,
attraverso risposte dinamiche inappropriate che sono in rapporto con
l'intensità e la durata dello sforzo. In queste modulazioni sono verosimilmente
da inserire anche influenze reciproche tra metabolismo muscolare e sistema
immunitario. Relativamente a questo settore è da segnalare il complesso
quadro della rabdomiolisi che colpisce frequentemente atleti sottoposti
a fatiche estreme.
Stato attuale delle ricerche e prospettive future
Quando si cominciò a rivolgere l'attenzione sulla possibilità che l'immunodeficienza
fosse un peculiare risultato connesso a un'attività sportiva intensa
e protratta, la letteratura specifica su questo argomento era pressoché
inesistente. Oggi, numerosi e dettagliati contributi scientifici vengono
esposti da studiosi della materia, spesso anche con taglio estremamente
specialistico.
Attualmente è disponibile una vasta bibliografia, anche
se sono numerosissime le pubblicazioni con valore diseguale. Chi è mosso
dalla voglia di "saperne di più" non solo deve fare attenzione alla
serietà del materiale consultato, ma deve anche essere pronto a recepire
i costanti aggiornamenti che a ritmo assai elevato vengono prodotti.
Attualmente il mare delle informazioni sull'immunodeficienza da attività
sportiva è molto vasto e variegato. Si va da studi condotti su atleti
sottoposti a basso o poco protratto e saltuario regime di sforzo talora
con ricerche che privilegiano discipline sportive le quali, per naturale
espressione atletica, difficilmente sono in grado di stressare il sistema
immunitario, sino a ricerche intelligentemente connesse a prestazioni
atletiche caratterizzate da sforzi intensi, protratti e continui.
Queste
differenziate selezioni di target indicano che il lavoro attuale di
riflessione e di ricerca è tutt'altro che concluso e che non è totalmente
matura la matrice indagatrice. Una carenza vistosa del settore è la
mancanza di attenzione per ciò che accade alle giovani leve quando sono
impegnate con esasperati carichi di lavoro. Concludendo appare indubbio
che l'immunodeficienza da attività sportiva intensa e protratta derivi
dalla compromissione di numerosi fattori, attivanti o inibenti specifici
settori implicati anche a più livelli, che operano in quel delicato
mondo, sempre in equilibrio instabile, rappresentato dal sistema immunitario.
Fattori che influenzano la risposta del sistema immunitario all'esercizio
fisico
- Età del soggetto
- Intensità dell'attività fisica
- Durata dell'attività
fisica
- Sforzo fisico sistematico
- Livelli ormonali plastici
- Presenza
di chitochine e metaboliti di derivazione esogena
- Equilibrio idrosalino
- Flusso ematico
- Variazioni della temperatura corporea
Rabdomiolisi
La
rabdomiolisi è una malattia acuta caratterizzata dalla distruzione delle
fibre muscolari scheletriche, associata in rari casi a un eccessivo
sforzo fisico. La mioglobinuria conseguente, specie in presenza di disidratazione
acuta e anossia, può provocare necrosi tubulare acuta con insufficienza
renale.
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