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Nel calcio da anni si sta facendo
sempre più impellente la necessità di avere dei chiari indirizzi
programmatici sui quali costruire le società di settore giovanile.
L'andare avanti senza una meta, senza obiettivi e dei mezzi idonei per
realizzarla è sicuramente la prima cosa da evitare in una società calcistica,
sia dilettantistica che professionistica.
Programmare vuol dire progettare
una strada da percorrere: le tappe intermedie, i mezzi da utilizzare,
gli strumenti per verificare la qualità e la quantità del percorso effettuato.
Da queste riflessioni scaturisce la necessità di stabilire dove una
società vuole andare e soprattutto che tipo di strategie intende mettere
in moto per rendere concreti i suoi piani.
Il significato della programmazione, quindi,
deve essere visto in funzione del raggiungimento di obiettivi
preventivamente stabiliti, compatibilmente con i mezzi di cui dispone la società e
la realtà esterna nella quale è inserito il sodalizio sportivo.
E'
fuori discussione che diverrebbe troppo complicato, ed anche inopportuno,
stabilire dei modelli di programmazione troppo rigidi per le società
sportive che - non dimentichiamoci - vivono in buona parte sul volontariato
e non su strutture imprenditoriali ben definite.
Le tappe di un elementare
processo di progettazione e programmazione per una società calcistica
di settore giovanile, a mio avviso, devono essere:
A) contesto sociale
dove opera la società;
B) definizione degli obiettivi generali;
C) definizione
degli obiettivi specifici;
D) quantificazione degli obiettivi specifici
e generali;
E) approvazione;
F) valutazione.
A) La valutazione della
situazione economica, demografica e sociale è un aspetto da considerare
con grande attenzione.
Conoscere il numero delle società calcistiche
che gravitano nel nostro bacino d'utenza, il numero di praticanti e
soprattutto le strutture presenti e attive nel territorio (campi, palestre
etc.) agevola il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
B) Per definizione
degli obiettivi generali s'intendono le linee strategiche che vuole
perseguire la società.
Gli obiettivi generali definiscono, in pratica,
la filosofia della società. In passato le società erano improntate
sul principio dell'agonismo esasperato. L'importante era il risultato
e, se si riusciva, la vendita di qualche "giocatorino" a società professionistiche.
Oggi le società calcistiche che nel loro interno hanno un settore giovanile,
devono privilegiare la filosofia dello strumento calcio come mezzo formativo
in tutti i suoi elementi.
C) Gli obiettivi specifici possono essere
di natura tecnica, tattica, organizzativa e finanziaria. Tra questi
si annoverano, ad esempio, la vittoria di un campionato, l'iscrizione
ad un torneo regionale, la valorizzazione del proprio settore giovanile,
la ricerca e la valorizzazione dei talenti, la formazione e la valorizzazione
degli istruttori-allenatori, la ricerca e sperimentazione di una didattica
e di una metodologia che accomuni l'intero settore giovanile, l'interscambiabilità
tra i componenti dello staff tecnico, l'acquisizione di sponsor per
una maggior crescita economica.
D) La quantificazione deve essere legata
alle reali potenzialità della società, in particolare alle risorse umane
ed economiche. Mai porsi degli obiettivi irrealistici che si rivelano,
nella maggior parte dei casi, impercorribili.
La scelta dei tecnici
e la solidità economica sono obiettivi specifici di fondamentale importanza
per affrontare le molteplici attività di un settore giovanile.
E) Una
società sportiva deve essere definita come un gruppo di persone motivate
e unite dalla stessa filosofia professionale, che lavorano insieme per
il raggiungimento di obiettivi comuni.
La condivisione degli obiettivi
è la regola principale per il raggiungimento degli stessi. Le ostilità
nel gruppo creano tensioni a volte insanabili. Per questo motivo è necessario
dividere compiti ed incarichi evitando sovrapposizioni di ruoli che,
a medio-lungo termine, non farebbero altro che determinare inutili incomprensioni
e danneggiare la società.
F) La valutazione del lavoro svolto deve rappresentare
un momento ben preciso nella realtà di una società.
E' bene programmare
più riunioni con i massimi esponenti della società nell'arco della stagione,
in modo da permettere una valutazione progressiva (step by step) dell'operato
ed eventualmente correggere quelle strategie che si sono rivelate poco
efficaci rispetto agli obiettivi prefissati.
La valutazione complessiva
finale va effettuata a fine ciclo. I cicli devono essere pluriennali
di due - tre - cinque anni (obiettivi a medio e lungo termine).
Struttura
ed organizzazione societaria
Il settore giovanile non deve essere considerato
una piccola repubblica indipendente nell'organizzazione della Società.
Deve avere una gestione economica indipendente ed una propria autonomia
tecnica, ma non deve essere avulsa dal contesto societario generale.
Una più ampia autonomia potrà essere concessa alla Scuola Calcio di
Base, per i ragazzi dai 6 ai 12 anni.
Il principio dominante per il Settore Giovanile di una società di calcio
è quello di: "Preparare giovani calciatori per le proprie squadre
più rappresentative, in particolare per la prima squadra, e calciatori
da avviare a società dilettantistiche, semi-professionistiche e professionistiche".
E' ovvio che come conseguenza di un buon lavoro
con i giovani arriveranno necessariamente anche i risultati di prestigio
per la Società, ma questi non dovranno mai essere anteposti al ruolo
formativo che deve avere il settore giovanile.
Fig. 1) Le interazioni di una società
La prima caratteristica di una struttura
sociale che intende porsi con continuità l'obiettivo dell'efficienza
è quella di essere stabile nel tempo.
Infatti, solo operando per un
determinato periodo nella stessa direzione e con gli stessi uomini si
potranno utilizzare al meglio le risorse umane ed economiche che una
società ha a disposizione.
Fig. 2) L'organigramma
di una società
L'organizzazione del settore giovanile riveste vitale
importanza nella vita di una società, perché consente di fronteggiare
tempestivamente le problematiche che si presentano nel corso della stagione.
La professionalità e le doti umane di coloro che operano nel settore
giovanile (dirigenti, allenatori, ecc.) devono essere oltre che un punto
di partenza, un punto fermo; chi opera nel settore giovanile ricordi
sempre che il tutto deve essere finalizzato alla crescita della persona, presupposto fondamentale per ottenere anche buoni calciatori.
Questo
breve ma necessario preambolo ci avvicina gradualmente alla creazione
di un modello societario di settore giovanile che abbia alla base una
pianificazione, una programmazione e una ricerca costante di obiettivi
miranti alla formazione di un profilo altamente professionale.
In genere
questo profilo si realizza in una società professionistica, ma con i
necessari ausili e aggiustamenti può concretizzarsi anche in una società
di settore giovanile dilettantistico.
Parleremo di questo e di altro nella seconda parte dell'articolo.
Articolo correlato: Un modello di settore giovanile:
l'A.S. Savio Calcio (seconda parte)
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