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Anoressia e Bulimia,
ma cosa sono davvero?


di Anna Doddi*

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     Negli ultimi anni sentiamo parlare molto di anoressia e bulimia, ma davvero sappiamo cosa sono? Queste due malattie, infatti, sono spesso confuse, conosciute solo in parte, oppure sono semplificate con l’errato binomio anoressica uguale magra, bulimica uguale grassa.

L’anoressia e la bulimia anzitutto sono delle vere e proprie malattie fisiche e psicologiche, caratterizzate entrambe da un errato approccio e rapporto con il proprio corpo e con il cibo, che porta però a comportamenti diversi: la persona affetta da anoressia tenta in ogni modo di limitare, se non evitare del tutto, l’assunzione di cibo, quella bulimica vorrebbe resistergli ma spesso cede e si getta in abboffate spropositate seguite quasi sempre da vomito autoindotto e tantissimi sensi di colpa. Ciò che ne risulta è che la persona anoressica diventa ben presto sottopeso fino a poter raggiungere una magrezza che la mette a rischio di vita, mentre quella bulimica mantiene un peso normale e solo a volte è o diventa in sovrappeso. Per questo la bulimia, benché più frequente dell’anoressia, è più difficile da individuare, perché non lascia tracce visibili esternamente sulle persone, anche se mina fortemente la loro salute dall’interno causando danni soprattutto all’apparato digerente con rischio di ulcere ed emorragie interne, ma anche alla pelle, alla vista, addirittura al cuore.

La persona anoressica, invece, pur essendo dimagrita e avendo un peso ben al di sotto dei valori considerati nella norma, continua a non piacersi fisicamente, a non accettarsi per come è e a vedersi grassa, cosa che la fa persistere nel suo atteggiamento autolesionista nei confronti del cibo. La scarsa alimentazione, che arriva a volte persino al digiuno totale, procura danni al sistema endocrino, bloccando nelle donne il ciclo mestruale con gravi conseguenze per la fertilità, alle ossa, aumentando il rischio di osteoporosi, alla pelle, ai capelli, al sistema digerente, al cuore. Le conseguenze ultime, per chi scende sotto i 40 kg di peso, possono essere purtroppo anche la morte.

Ma quali sono le cause di questi terribili mali? Perché sempre più spesso tante persone cadono nella trappola dell’anoressia o della bulimia?
Nel mondo di oggi essere magri e avere un corpo sempre in forma sembra un’esigenza primaria, praticamente irrinunciabile, nel mondo della danza lo è ancor di più, visto che la magrezza, troppo spesso eccessiva, dei ballerini è un’abitudine talmente radicata da sembrare normalità e conditio sine qua non per avere successo in questo mondo, per essere dei veri professionisti.
Quello che molti ballerini non sanno è che il grasso, ritenuto un nemico, è invece uno dei migliori alleati, nella giusta quantità, per la salute. Li protegge dalle fratture da stress di ossa e muscoli, serve come riserva energetica per tutti i grandi sforzi fisici richiesti dalla danza, che altrimenti bruciano i muscoli stessi, contiene vitamine e oligoelementi utili per il benessere e per la prestazione.
La televisione, i giornali, la moda in questi anni ci propongono continuamente e solamente immagini di donne belle, senza difetti fisici, magre, associando spesso la bellezza puramente estetica al successo, spingendo quindi la maggior parte delle donne e soprattutto quelle più giovani, a voler raggiungere quelle forme fisiche, quei modelli a tutti i costi, diventando disposte a fare quasi di tutto.

E’ così che possono iniziare l’anoressia o la bulimia: con un disordine alimentare, un periodo ad esempio di dieta eccessiva o fatta da sé in modo errato, una fobia per un certo tipo di alimenti, più spesso i dolci, ritenuti pericolosi perché fanno male e fanno ingrassare, quindi assolutamente da evitare.
Se questi comportamenti sbagliati nei confronti dell’alimentazione continuano, possono trasformarsi in un’autentica malattia in cui il cibo, la sua assenza o il suo bisogno spasmodico, diventa il centro di ogni pensiero e l’unica cosa che conta nella vita, facendo andare lentamente in secondo piano ogni altra attività quotidiana, portando sempre di più all’isolamento. Naturalmente questa catena può essere spezzata e con un po’ di sforzi della persona malata e di chi gli vive intorno, si può ripristinare una vita serena e normale in cui l’alimentazione non è più un’ossessione e occupa il giusto posto nella scala della vita.

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*Laureata in Scienze Motorie con 110 e lode presso lo I.U.S.M. di Roma, con tesi "I disordini alimentari nell'attività fisica" - Cattedra di Scienze dell'alimentazione.
Attualmente iscritta al secondo anno della specializzazione "Attività Motorie Preventive e Adattate" dello I.U.S.M. di Roma.
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