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Sociologia e sport, il periodo
Tradizionale del calcio (sesta parte)


dott. Edoardo Busala*



Immagine dei primi appassionati di calcio.


Il Periodo Tradizionale del calcio
L'evoluzione del calcio è suddivisibile in tre fasi ben distinte: tradizionale, moderno e post-moderno.
Possiamo collocare il primo periodo tra la I Guerra Mondiale e la fine degli anni cinquanta. In esso si stabilisce e si delinea quale ruolo dovrà ricoprire questa nascente forma di sport. Si iniziano a formare delle associazioni naturali con il patrocinio dell'élite; anche se è doveroso evidenziare l'eccezione del caso della Gran Bretagna che risultò essere esente dall'influenza della politica.
Già in questa prima fase, si delineano i differenti stili di gioco adottati delle diverse nazioni. Mentre si costruivano la maggior parte degli stadi esistenti ancora oggi, andava crescendo di pari passo l'affluenza di un pubblico sempre più interessato e coinvolto dal tifo.

In questi primi anni, l'egemonia della cultura nazionale della Patria del calcio, l'Inghilterra, è universalmente accettata. Le squadre inglesi rappresentano un banco di prova e di confronto, per quelle straniere. E mentre già in Inghilterra si legalizzava il professionismo, nell'America Latina questo sarà ancora bandito per alcuni anni così come l'iscrizione ai campionati di giocatori mulatti o di colore.

La figura dell'allenatore rimane ancora sottovalutata per alcuni anni, come la conseguente dimensione tattica, che tendeva a concentrare i maggiori sforzi principalmente nel reparto offensivo; cercando di fare un gol più dell'avversario, come accennato, si notavano già le prime significative differenze comportamentali (per esempio la predilezione per il passaggio in Scozia, "il tirare e correre" del calcio inglese, ed il toccar di fino dei funamboli argentini o uruguagi).
Con il passar del tempo la figura del giocatore, culturalmente paragonabile a quella dell'eroe locale, cominciava ad essere "marchiata" dalle prime sponsorizzazioni, allora associate principalmente al cibo ed alla forma fisica.

Con l'aumentata importanza dei Giochi Olimpici e l'istituzione della Coppa del Mondo si iniziava a cementare lo status globale del gioco, e si iniziava a intravedere l'ascesa inesauribile dell'America Latina e di alcune nazioni europee che ridimensionavano l'egemonia del calcio britannico. Il gioco del calcio va così ad essere associato sempre più allo spirito nazionale; i primi incontri internazionali, riunendo l'individualità di ciascuna nazione, simboleggiano le rivalità ed i conflitti tra queste.

Gli stadi che si edificavano, spesso con il denaro pubblico, erano usati per evidenziare il ruolo ricoperto dalla città e l'orgoglio per la squadra di calcio che la rappresentava. Erano questi gli anni in cui la radio cominciava a diffondere gli eventi calcistici in ogni angolo della nazione, riscuotendo sempre maggiore attenzione.
Il simbolismo culturale assunto dalla figura del calciatore continuava ad aumentare, cominciando a diventare emblemi nazionali, partecipando a film per il cinema e rilasciando interviste per i notiziari radiofonici.
Gli allenatori cominciavano ad affermarsi, Herbert Chapman (Arsenal) e Vittorio Pozzo (Italia) dimostravano la loro efficacia massimizzando quella della squadra. L'introduzione della regola del fuorigioco ispirava la ricerca di tattiche innovative (ad esempio il "WM"o metodo), facendo diventare i campionati sempre più complessi e per questo interessanti.

Coinvolgendo la cultura della classe operaia, il calcio divenne sport nazionale in moltissimi paesi dell'Europa e dell'America Latina.
Il declino economico del tempo, con la disoccupazione crescente, il conflitto mondiale, che per anni occupò i pensieri e la vita di milioni di persone, giovani in particolare, bastano per testimoniare la difficoltà sociale dei tifosi del calcio, ancora non violenti e passivi nel loro tifo. Gli intellettuali del tempo sfruttarono gli eventi ideologici che il calcio riusciva a trasmettere alla gente, per distrarre le masse dalle loro condizioni, e permettere al potere (il caso italiano del Fascismo ne rappresenta un esempio) di sfruttare la partecipazione ed il successo nelle manifestazioni calcistiche più prestigiose per restituire quell'identità eroica e nazionalistica di appartenenza.

Nel periodo appena successivo la II Guerra Mondiale si incominciano a delineare, con la prima "aziendalizzazione", quali potranno essere le possibilità innumerevoli di guadagno date da questo sport. Si assiste così ad una vasta parcellizzazione del controllo gestionale delle squadre, che venivano acquistate da ricchi industriali, i quali vedevano nel calcio un modo di incrementare il loro patrimonio, benché le decisioni chiave rimanessero ancora nelle mani dei presidenti delle federazioni nazionali e dei loro collaboratori.
Verso la fine di questo periodo si delineava il nuovo governo del calcio, con l'ingresso di nuove federazioni, tra le quali l'Asian Football Confederation (AFC) e la Confédération Africane de Football (CAF), che andavano ad alimentare il crescente interesse delle competizioni internazionali.

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*Sociologo e mediatore sportivo
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