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subirebbe pochi danni di MATTHEW GARRAHAN tratto dal FINANCIAL TIMES del 14-15 Giugno 2003 Per milioni di appassionati di calcio, David Beckham è un super uomo. Per i dirigenti della società calcistica del Manchester United, quella che costituisce una delle più famose stelle del firmamento sportivo mondiale dai tempi di Muhammed Ali, è un semplice valore del patrimonio aziendale e, sotto questo aspetto, un valore destinato a calare. Infatti, mentre la notizia che la società avrebbe raggiunto un temporaneo accordo sulla vendita del giocatore al Barcellona (ndr: il giocatore è poi passato al Real Madrid) per una cifra pari a 30 milioni di sterline (42 milioni di euro) provocava una sollevazione popolare, da un punto di vista aziendale la decisione appariva assai sensata. Ad oggi Beckham rappresenta il più famoso bene di proprietà della società calcistica ed è utilizzato per vendere di tutto, dal cioccolato in Asia ai telefoni cellulari in Europa: i suoi guadagni superano i dieci milioni di sterline all’anno solo per i contratti di sponsorizzazione. Anche in altri frangenti le imprese di Beckham non passano inosservate: oggi è tra coloro ai quali è stata conferita una pubblica onorificenza dalla regina Elisabetta. E’ però vero che dal punto di vista della società il giocatore rappresenta un rischio rilevante. Infatti, il suo valore di mercato sta subendo un rapido calo, visto che secondo la legge europea che regola i movimenti dei calciatori tra le società, i giocatori possono svincolarsi a “parametro zero” da queste ultime quando i loro contratti giungono alla loro naturale scadenza. Quando quello di Beckham scadrà fra due anni, il suo valore di mercato sarà crollato dagli attuali 30 milioni di sterline a zero. In Aprile il Manchester United ha già detto con una certa preoccupazione di non prevedere che gli elevati valori di trasferimento determinati dai movimenti dei giocatori più famosi sarebbero stati ulteriormente sostenuti dal mercato calcistico. Inoltre, la cessione di Beckham produrrà perdite assai contenute nel bilancio del Manchester United che ha una capitalizzazione di mercato di 395 milioni di sterline e profitti, al lordo delle imposte, per 20,3 milioni nei sei mesi precedenti il 31 Gennaio. La società potrebbe vendere meno magliette con il numero 7 di Beckham nel momento in cui decidesse di scaricare il giocatore, ma resta comunque vincolata da un contratto per la promozione delle vendite di Nike della durata di 13 anni, che le garantisce entrate per oltre 20 milioni di sterline l’anno. La società percepisce comunque il denaro a prescindere dal numero di maglie che vende. Il Manchester United registra il tutto esaurito tutte le volte che gioca allo stadio dell’Old Trafford e, vista la lunga lista di attesa di persone che sperano di acquistare l’abbonamento per tutta la stagione, la cessione di Beckham non inciderà sulle entrate derivanti dal numero degli spettatori paganti. Essa potrebbe, però, produrre qualche effetto sulle dimensioni della base della sua tifoseria a livello internazionale. Futurebrand, un’agenzia specializzata nella consulenza sulla cultura del marchio, ritiene infatti che il 30% dei tifosi di calcio non europei segua le squadre perché ammira certi particolari campioni.Un calo di questo tipo può determinare un effetto ribasso sulle dimensioni delle platee televisive che assistono alle partite del Manchester United trasmesse al di fuori della Gran Bretagna. Tuttavia, i contratti sui diritti mediatici dalla società in patria e all’estero sono oggi concordati collegialmente, con un’equa ripartizione delle entrate tra la società inglese e gli avversari.Per i tifosi, vendere il loro campione preferito può sfiorare l’eresia, ma per il Manchester United si tratta soltanto di affari. Torna alla Home Page Sommario |
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