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Storia e curiosità della America's Cup

1934 - 1970: nasce il binomio
vela - tecnologia aeronautica

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    Nel 1934 la vela apre le porte alla tecnologia. Sir Thomas Octave Murdock Sopwith prende in mano le redini del progetto che, in cuor suo, avrebbe dovuto riportare in Patria la "Coppa delle Cento Ghinee".
Costruttore dei celeberrimi caccia biplani "Sopwith Camel" utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale, il nobile inglese mette l'esperienza e la tecnologia impiegata nella costruzione di aerei per realizzare "Endeavour", un J-Boat velocissimo progettato da Charles Nicholson.
Sicuro delle prestazioni tecniche di questa imbarcazione, Sir Thomas Murdock Sopwith sottovaluta l'importanza dell'equipaggio, non accettando le richieste economiche da esso avanzate. Questo errore di valutazione si rivelerà fatale.
Partito, dunque, alla volta delle coste americane con marinai poco più che dilettanti, "Endeavour" passa subito in vantaggio per 2 a 0 su "Rainbow", troppo inferiore rispetto allo scafo inglese. Ma nella terza regata emerge chiaramente l'inesperienza degli uomini di Sua Maestà che, in vantaggio di 6 minuti e 39 secondi, si fanno rimontare e superare dopo le 15 miglia di poppa, giungendo al traguardo con 3 minuti e 30 secondi di ritardo.
Affranto e demoralizzato, l'equipaggio di "Endeavour" non riuscirà più a riprendersi psicologicamente e verrà nuovamente sconfitto nelle tre successive gare, caratterizzate da reciproche accuse e proteste. Ancora una volta la Coppa rimane in terra americana.

Scampato il pericolo, gli Stati Uniti stanziano una somma considerevole per opporsi all'aggressività tecnica ed economica dei britannici.
Viene progettato il J-Class "Ranger", che si impose agevolmente sul sempre forte "Endeavour II". Il risultato fu un 4 a 0 che non lasciava alcun dubbio sulla validità dell'investimento effettuato. Ma gli alti costi di costruzione e gestione decretarono anche la fine dei J-Class, aprendo le porte ai 12 metri S.I..

La Seconda Guerra Mondiale, purtroppo, distoglierà nuovamente l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale da eventi di tipo sportivo e ludico. La passione e l'interesse per la Coppa America riprenderanno con maggior vigore nel 1958, quando inglesi ed americani decideranno per l'ennesima volta di modificare il "Deed of Gift".
In particolare, venne cancellata la clausola che obbligava lo sfidante ad attraversare l'Oceano per giungere sul campo di regata e, come già accennato, venne stabilito che la manifestazione velica sarebbe stata esclusivo appannaggio dei 12 metri Stazza Internazionale, certamente più piccoli, maneggevoli ed economici rispetto alle precedenti imbarcazioni.
Così, "Sceptre" per il Royal Yacht Squadron e "Columbia" per il New York Yacht Club (supportato in seconda battuta da "Vim") si preparano a confrontarsi ad armi pari. Con distacchi che hanno raggiunto anche i 7 minuti, l'americana "Columbia" umilia la compagine inglese, aggiudicandosi 4 regate consecutive.

Desiderosi di nuovi stimoli e pronti ad allargare i confini della manifestazione, nel 1962 accettano la sfida lanciata dall'Australia con l'innovativo "Gretel". Gli Stati Uniti, invece, si affidano a "Weatherly", già costruito in occasione della sfida del 1958, che si dimostrò più affidabile del nuovo scafo "Nefertiti".
Dopo un inaspettato pareggio, "Weatherly" concluse l'intera manifestazione con un secco 4 a 1, grazie anche al talento tattico di Emil Moshbacher.
Nonostante la bella prova degli australiani, nel 1964 saranno ancora gli inglesi a tentare l'assalto al "loro" trofeo. Ma ormai il tramonto tecnico-sportivo dell'Inghilterra è vicino e nuovi Paesi tecnologicamente all'avanguardia si affacciano all'orizzonte velico internazionale. "Constellation" impartisce una dura lezione all'inglese "Sovereign", ultima imbarcazione inglese (a parte quella presente nell'attuale edizione 2002) presente all'America's Cup.

Nel 1967 gli australiani si presentano con "Dame Pattie", nome derivato da Pattie Menzies moglie dell'allora Primo Ministro australiano, uno scafo ben strutturato ma tuttavia nettamente inferiore al defender "Intrepid" che, guidato dal forte timoniere Emil Moshbacher, si impone per 4 a 0.
La tenacia ed il forte desiderio di vittoria spingono gli australiani ad effettuare un ulteriore sforzo economico per varare "Gretel II" ed affrontare gli americani nell'edizione del 1970 con maggiori possibilità di successo. Ma altre Nazioni si appellano al diritto di rappresentare ufficialmente lo "sfidante", così la Francia ottiene di poter gareggiare con gli australiani nella prima regata tra sfidanti nella storia di questo evento sportivo. "Gretel II" avrà la meglio su "France" di Marcel Bich (re delle penne a sfera) ma ancora una volta verrà sconfitta (4 a 1) da "Intrepid".

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