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Ripercorriamo brevemente le tappe salienti delle Olimpiadi invernali.
In base ad alcuni criteri essenziali, quali il numero di atleti, di sport e di spettatori, si può vedere come la scala delle Olimpiadi invernali sia costantemente cresciuta durante tutto il ventesimo secolo. Sono state individuate quattro fasi di sviluppo dell'evento, le quali forniscono indicazioni circa gli impatti strutturali dell'avvenimento sulle città organizzatrici. La costruzione e/o la ristrutturazione di impianti sportivi è stata una costante necessità degli organizzatori durante tutte queste fasi.
Gli impianti sportivi necessari comprendono di solito uno stadio olimpico, un palazzetto del ghiaccio al coperto, un trampolino per gli sci, piste per sci di fondo e una pista per bob e slittino. La scala prevista per le altre tipologie di infrastrutture, come i villaggi olimpici, i centri per i media, gli alberghi e i trasporti è vistosamente aumentata, qualche volta in modo sproporzionato rispetto alla domanda dell'evento stesso.
In questi casi, le Olimpiadi invernali sono state utilizzate come catalizzatori di rinnovamento e modernizzazione urbana, spesso con l'importante supporto del settore pubblico.
· Prima fase, 1924 - 1932: minimi mutamenti infrastrutturali
Durante questa prima fase, il basso livello di interesse e partecipazione verso gli sport invernali ha prodotto eventi di piccola dimensione che hanno potuto essere facilmente organizzati in località relativamente piccole. L'evento è stato colto come un'opportunità per sviluppare il potenziale locale di risorse "invernali".
Per le prime quattro Olimpiadi invernali, non sono stati necessari o finanziariamente possibili gli investimenti in importanti progetti infrastrutturali, quali trasporti, strutture ricettive e persino impianti sportivi. Addirittura, gli organizzatori dei Giochi di Lake Placid del 1932 chiesero (e ottennero) l'eliminazione dello slittino alla luce delle presunte alte spese per la realizzazione dell'impianto e dello scarso uso successivo. Tale evento non è stato reintrodotto fino a Salt Lake City nel 2002.
Nonostante lo sviluppo connesso alle Olimpiadi, proposto per i primi Giochi invernali, fosse di piccola scala, non era sempre accettabile dal punto di vista ambientale e già in queste prime edizioni si ebbe un "assaggio" dell'ovvio impatto ambientale delle infrastrutture legate alle Olimpiadi.
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