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Quanta tecnologia per allenarsi

di Giacomo Astrua

                                                                      



Gli anni di grande sport (quelli delle Olimpiadi e dei Mondiali per esempio) portano con sé sempre uno sviluppo accelerato di tutto ciò che gravita attorno allo sport: abbigliamento, eventi, media e anche tecnologia. Durante quest’ultimo abbiamo visto affermarsi nuovi strumenti che probabilmente nei prossimi 5 anni si diffonderanno su larga scala.

Il primo strumento è il monitoraggio della glicemia in continuo. Si tratta di un cerottino applicato sulla pelle con un adesivo. Al centro di questo dispositivo simile a una moneta si trova un piccolo ago che entra sotto la pelle. Grazie a questo strumento si può osservare in diretta su uno smartphone, un tablet o un pc l’andamento della propria glicemia.
Questo valore è essenziale per capire quanta energia si sta consumando e può essere utilissimo ad atleti di endurance, come maratoneti e ciclisti, per gestire al meglio l’integrazione di zuccheri.

Un altro interessante strumento sono i cerotti in grado di modificare la propria conduttività elettrica. Sembra fantascienza ma non lo è. Questi cerotti presentano al loro interno una particolare maglia metallica in grado di modificare la conduttività elettrica delle nostre cellule. Così facendo, in poche parole, sono in grado di accelerare il lavoro cellulare.
Il meccanismo è abbastanza complicato, quello che ci interessa è che l’output finale è una diminuzione dei battiti cardiaci e una migliore capacità di recupero dopo lo sforzo.

Un terzo strumento è il “laboratorio portatile”. Nella pratica si tratta di un grosso telecomando in cui inserire delle strisce su cui applicare la saliva. A questo punto, lo strumento legge i dati contenuti nella saliva stessa: idratazione, ormoni, sali minerali e così via. Tutti dati in più, disponibili sul campo, che sommati tra loro possono fare una bella differenza.

                                                                                     
Articolo tratto da Il Foglio del 22 gennaio 2022
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