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Camminate a passo veloce, come quando ci si affretta perché si sta perdendo l’autobus. Fa bene al cuore. La ripresa dopo due anni di chiusure in casa e di mondi vissuti in una stanza, tra computer e divano, è fortemente consigliata dai cardiologi.
“Il fatto di aver vissuto un lungo periodo con le restrizioni, al di là che si sia preso il Covid oppure no, ha portato al dilagare della sedentarietà forzata che ci preoccupa. Anche lo smart working, che è stata una misura di emergenza importante per il lavoro, è deleterio per abitudini di vita sane. In una parola: occorre rimettersi in movimento” osserva Gianfranco Tortorici, direttore dell’Unità operativa e complessa di Cardiologia Pianura dell’Ausl di Bologna. Un imperativo categorico. Anche perché, osserva il medico, “il nemico dello stare a casa è il frigorifero e nei nostri pazienti vediamo un aumento significativo del peso corporeo.
Le conseguenze? Un aumento del colesterolo, perché con i chili di troppo si innalzano i valori dei lipidi nel sangue, e della pressione arteriosa: due fattori di rischio per il cuore”.
Dunque, complice l’arrivo della primavera e la voglia di stare all’aria aperta, è bene tornare a fare attività fisica.
Ma in che modo? “Intanto la prima prescrizione, che vale quanto la ricetta di un farmaco: passare in un negozio di sport e comprarsi un buon paio di scarpe, osserva Tortorici. E’ bene dotarsi anche di un cardiofrequenzimetro, oggi è possibile trovarne a prezzi accessibili e tecnologicamente affidabili. Una volta stabilito, con la valutazione medica preliminare, il parametro della frequenza cardiaca (il numero di battiti del cuore/minuti) durante l’allenamento, è di semplice utilizzo e molto sicuro”.
Per iniziare, il consiglio è di 150 minuti a settimana di attività lieve da associare al tapis roulant in palestra o al nuoto in piscina. Ma soprattutto: camminare, usare la bici per andare al lavoro.
“Ora che si aprono i cancelli, occorre liberare le persone dalla pigrizia - continua il cardiologo. Chi può e ha un parco sotto casa vada a fare i percorsi vita, cammini nel verde”. Vale per tutti, anche per gli over 75.
“Gradatamente si aumentino gli esercizi e i passi. Quando fermarsi? La fame d’aria è un indicatore che ci dice che oltre non possiamo andare”.
Per chi era già uno sportivo prima, la ripresa deve avvenire dal punto in cui si è lasciata. “E da lì si aumenti l’intensità”, suggerisce il primario.
Diverso il discorso per chi ha subito le conseguenze gravi del Covid o per chi, pur con un’infezione non particolarmente severa, ha sviluppato la forma del cosiddetto Long Covid con un’astenia prolungata che si manifesta anche per mesi.
“La ripresa dell’attività – spiega Tortorici – deve prevedere nel soggetto sedentario sopra i 40-45 anni di età, in particolare se è maschio o con fattori di rischio cardiovascolari, il consulto con un medico che può stabilire la necessità di seguire o meno un test da sforzo. Il consiglio che diamo a tutti i nostri pazienti, se si parte da zero, è quello di iniziare un programma aerobico di 20-30 minuti al giorno, con attività quali bicicletta, nuoto, jogging ma anche la semplice camminata veloce; con il tempo è però fondamentale aumentare progressivamente l’intensità e la durata fino ad arrivare a circa 45 minuti da svolgere orientativamente almeno 3, idealmente 5, volte la settimana.
Quando si raggiunge un livello di fitness sufficiente (o se lo si ha già) è possibile variare l’intensità dell’allenamento alternando fasi di recupero”. Un esempio? Trenta secondi di corsa intensa e due di recupero, da ripetere 6-8 volte.
Un altro aspetto importantissimo per i cardiologi è la dieta. “Con l’età il metabolismo si riduce e non è possibile pensare di perdere peso con la sola attività fisica: è necessaria una dieta adeguata. Si fa attività fisica per stare bene e vivere più a lungo, ma se si vuole perdere peso, specie dopo i 40-50 anni, la dieta svolge un ruolo primario”.
Tortorici anima nella pianura bolognese gruppi di cammino (è presidente dell’associazione “Bentivoglio cuore”), una via per la prevenzione cardiovascolare, che sta riscuotendo un gran successo, dove l’attività fisica è sociale: passi e chiacchiere, camminate e relazioni.
“Con l’attività fisica anche moderata si producono endorfine – conclude – sostanze chimiche fondamentali per il tono dell’umore specialmente in chi, come gli anziani, subisce un fisiologico calo della loro produzione.
Dopo un periodo di isolamento e di situazioni forzatamente nella botte di Diogene e stressanti, l’attività fisica regolare rimane l’unico modo per produrre ormoni del buon umore e quindi riportare il tono a livelli di benessere e di felicità idonei per fare ripartire il motore della nostra società”.
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