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Terza parte

di Federico Unnia

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Si assiste ad un crescendo di tensioni tra società e procuratori: quali potrebbero essere gli accorgimenti da adottare per ridurre l’insorgere di contrasti?

“Le tensioni riguardano principalmente il settore calcistico. In altri settori sportivi il peso ed il correlato costo aggiuntivo derivante dagli onorari dei procuratori non sono così rilevanti/elevati da sfociare in tensioni particolari. E’ complesso scardinare delle prassi ormai invalse da tempo e che garantiscono un ruolo centrale ai procuratori, con quanto ne consegue a livello di costo per le Società sportive.

Per calmierare i costi che generano le suddette tensioni, bisognerebbe che tutte le principali Società dei vari paesi ed ordinamenti sportivi si coalizzino nell’interesse reciproco ma è noto che una politica congiunta in tal senso non sia semplice da porre in essere.

A dire il vero, il tema dei procuratori è solo uno dei molteplici elementi che rende così complessa la ricerca di un delicato equilibrio tra la sostenibilità e la solidità finanziaria, da un lato, e le ambizioni sportive dall’altro. Prima o poi una riforma più ampia, e di sistema, andrà affrontata, al fine di scongiurare la deriva di una industria fortemente in difficoltà”.

Ultimi in ordine di tempo Kaio Jorge e Federico Chiesa, colpiti da gravi infortuni: quali tutele per gli atleti, le loro società e, in generale, sponsor e media che trasmettono eventi senza importanti protagonisti?

“L’unica tutela reale per i vari soggetti indicati consiste nella stipulazione di polizze assicurative ad hoc. In tal senso, i principali operatori del mercato assicurativo si adoperano costantemente per proporre nuovi prodotti, sempre più aderenti alle necessità ed ai rischi che il mercato di riferimento presentano” concludono.

Per Giuseppe La Scala, Senior partner de La Scala Società tra Avvocati per Azioni, “la crisi pandemica ha soltanto enfatizzato e accelerato la comune percezione dello strutturale squilibrio dei conti dei principali club calcistici europei. In particolare, le società leader in Spagna e in Italia sono in evidentissima sofferenza.

Diverso il discorso di inglesi e tedeschi: i primi hanno ricavi da diritti televisivi molto più importanti di quelli italiani o francesi. Quanto ai secondi, da anni coltivano esperienze gestorie lungimiranti e hanno profondamente riformato il sistema. Ora esemplare quanto a controllo dei costi, valorizzazione dei settori giovanili e coinvolgimento dei supporter.

Invece, se in Spagna Real e Barcellona pagano ora la colpa di monti-ingaggi faraonici, in Italia è debole la struttura dei ricavi. I diritti televisivi garantiti dalla Serie A sono molto inferiori a quelli di Premier League e Liga. Quello da match day, condizionati da stadi sorpassati e non di proprietà, erano modestissimi anche prima delle restrizioni Covid. A ciò si aggiunge l’emersione dello scandalo dei conti truccati che, come già era avvenuto molti anni fa, ha visto molti club di Serie A contabilizzare finte plusvalenze per aggiustare conti ormai disastrosi.

Tra l’altro il sistema vedrà sempre più spesso un “mercato dei calciatori” sempre più segnato dalla scelta dei top player di liberarsi a fine contratto per andare a massimizzare altrove ingaggio e commissioni a favore dell’entourage. Cosa che sta facendo diventare insopportabili anche i costi di transazione e di intermediazione per i grandi club.

Leggi la prima e la seconda parte dell'articolo.                                                                
Fonte: articolo pubblicato su Italia Oggi – Affari Legali del 14 marzo 2022

Seguirà la quarta parte dell'articolo.

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