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La domanda tra pratica sportiva e spettacolo
Le cifre che riguardano la domanda di sport diventano di anno in anno più importanti, con fluttuazioni che si aggirano su percentuali impressionanti.
In particolare dobbiamo sapere come ci siano diverse classificazioni dei bacini di utenza che richiedono lo sport sotto diversi profili.
Partendo dalle cifre pubblicate da Nomisma per l'anno 2000, si evince come: il 2,4% del pil attiene ad attività legate allo sport, 34,2 milioni di Italiani praticano una qualche attività sportiva contro i 15,5 del 1998, 14,75 milioni praticano l'attività con regolarità (nel 1998 erano 10,5 milioni), 14.4 milioni sono spettatori dal vivo di manifestazioni ed eventi, 17 milioni seguono il calcio in televisione e 5,7 leggono giornali sportivi.
Già da queste cifre è possibile trarre una prima classificazione, forse la più importante, ossia quella inerente al rapporto tra la domanda relativa alla pratica sportiva e la domanda di sport come spettacolo.
Questa prima disgregazione permette di individuare due macro categorie di consumatori, sulle quali si applicheranno i consueti metodi di targetizzazione necessari alla differenziazione dell'offerta.
Altra distinzione importantissima è quella tra domanda reale e domanda potenziale, in quanto consente una visione panoramica dei segmenti di mercato sui quali agire, siano essi consumatori o clienti, e sui quali far leva per attrarre i capitali necessari per l'avviamento delle attività di una organizzazione sportiva.
La domanda reale è l'aggregato contenente spettatori e praticanti.
I primi sono coloro che svolgono una qualsiasi attività fisica mossi dalle più disparate motivazioni e che rappresentano quella parte della domanda in grado di dare animo a tutto l'indotto sportivo, andando ad alimentare la domanda della produzione sportiva industriale e focalizzando le proprie richieste in base alla qualità ed al costo del servizio.
E' possibile dividere a loro volta i praticanti secondo metodi canonici di segmentazione, ossia: per età, sesso, propensione alla spesa e zona geografica.
L'età è utile perché permette di definire il tipo di disciplina verso cui le varie fasce si rivolgono, sia per piacere che per possibilità fisiche, piuttosto che per tradizione.
Anche il sesso, per motivi analoghi, consente la comprensione della molteplicità delle richieste, visto che, tra uomini e donne, gli interessi sono diversi, come diverso è l'avvicinamento alle attività, dove i primi sono più spesso trasportati dalla voglia di emulazione, mentre tra le donne la spinta viene dalla volontà di migliorare il proprio fisico ed il proprio stato di salute, cosa che negli uomini è emersa solo da non molti anni.
Propensione alla spesa e zona geografica sono molto correlate tra loro. Infatti, spesso, a diverse zone geografiche corrispondono livelli di reddito differenti, per cui è fisiologico che gli sport d'elite si sviluppino maggiormente nelle zone a più alto reddito, mentre le più popolari avranno uno screening più regolare.
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