Home | Contattaci | Newsletter | Pubblicità | Collabora | Chi siamo
CANALI

Diritto Sportivo
Marketing Sportivo
Comunicazione & Sport
Sport & Management
Economia dello Sport
Sport & Organizzazione
Sport & Tecnologia
Psicologia/Medicina sportiva
Sport & Wellness
Storia dello Sport
Sociologia dello Sport
Impiantistica sportiva
Aspetti fiscali
Area Tecnica


I finanziamenti per lo
    Sport: chi, dove e come
Modulistica
Articoli pubblicati


Economia dello Sport News
La stampa
L'opinione di...
Le interviste di Sporteasy
Calendario Eventi
Lavoro & Stage
La vostra Tesi
Pubblicate un articolo
Link utili
Lo sapevate che...
L'angolo del tifoso


SERVIZI
A domanda...
      Sporteasy risponde
Ricerche bibliografiche
Sviluppo e revisione di
      Tesi in materia sportiva
Altri servizi


CORSI DI FORMAZIONE
Master
Corsi online
Corsi di perfezionamento
Convegni, seminari e
       iniziative varie


Il calcio femminile in Italia*

di Massimiliano Dibrogni

Indietro

     In un momento particolare per l’Italia del pallone, dalla spinosa questione della Serie B alla vicenda fideiussioni, alle problematiche legate alla violenza negli stadi, il calcio femminile registra una crescita significativa, con un aumento stagionale del 15% del numero delle tesserate.
E’ indubbiamente un risultato importante, ma il calcio in rosa rimane comunque un movimento limitato rispetto ad altri sport femminili e, soprattutto, rispetto alle altre realtà di calcio femminile in Europa e in altri paesi del Mondo.
I dati evidenziano come in Italia lo sport femminile per eccellenza è la pallavolo, con più del 70% di tesserati donne, mentre il calcio femminile è limitato a circa il 2% del totale di tesserati F.I.G.C..

Alla presentazione della stagione sportiva 2003/04, tenutasi a Roma lo scorso 12 settembre, il vicepresidente della FIGC Giancarlo Abete ha sottolineato la necessità che la Federazione e la Divisione femminile intraprendano insieme un progetto vincente affinché questa disciplina possa crescere ulteriormente, adoperandosi, in particolare, per raggiungere l’obiettivo di una diffusione capillare ed omogenea in tutto il territorio nazionale, che per Abete rappresenta il principale difetto di questo sport.
Le regioni dove il calcio femminile non ha molti praticanti sono soprattutto quelle del Centro-Sud, ma anche in Lombardia i numeri sono limitati, mentre il Veneto, il Lazio e la Toscana, in termini di tesserate, rappresentano da sole quasi la metà dell’intero movimento.

Sulla situazione del calcio femminile in Italia e sui possibili scenari futuri hanno rilasciato interessanti dichiarazioni il Presidente della Divisione Calcio Femminile, Natalina Ceraso Levati, e il CT della Nazionale Italiana, Carolina Morace (nella foto). “Dal 1997, data della mia prima elezione da parte delle società, ad oggi il movimento calcistico femminile in Italia -dichiara Levati- è cresciuto sotto molti aspetti: è aumentato il numero di tesserate, è aumentata la visibilità sui media, è cresciuto il numero di squadre che partecipano ai Campionati Nazionali, dalle 39 squadre del 1997 alle 85 di oggi, ed è cresciuto anche il numero delle competizioni. Abbiamo creato un prodotto più appetibile e ne sono testimonianza l’accordo siglato tra L.N.D. ed ENEL e lo spazio dedicato dalla Panini al Calcio femminile sullo storico album delle figurine. E inoltre -aggiunge il Presidente- anche per la stagione corrente è confermata la trasmissione su Rai Sat Sport delle principali partite del girone di ritorno. I molti segnali positivi -prosegue Levati- mi auguro possano portare ad una maggiore competitività dei campionati, con la speranza che a giovarne sia lo spettacolo tecnico, indispensabile per avvicinare tutti gli appassionati. Le potenzialità del calcio femminile -conclude il Presidente- sono tante ma è indispensabile però che prima si operi per ristrutturare l’intero movimento, che, allo stato attuale, è organizzato in modo troppo spezzettato”.

I segnali di crescita evidenziati dal Presidente della Divisione Levati trovano conferma, ancora, nel recente accordo siglato tra la Divisione Calcio Femminile e l’agenzia giornalistica ANSA, grazie al quale sarà possibile ricevere ogni settimana, al termine degli incontri del Campionato di Serie A di calcio femminile, tutti i risultati delle partite sul proprio telefono cellulare. Il servizio sarà gratuito per tutti i gestori della telefonia mobile (Tim, Vodafone, Wind, Tre) e sarà sufficiente attivarlo secondo le modalità previste dal gestore stesso.
L’ingresso nel circuito degli SMS consente di raggiungere e farsi conoscere dal grande pubblico e ciò apre il calcio femminile a nuovi scenari, quali potrebbero essere lo sfruttamento delle nuove tecnologie per una rapida diffusione del movimento su tutto il territorio nazionale.

E’ evidente che il calcio femminile italiano è in una fase di sviluppo e di crescita ma se paragonato alle realtà degli altri paesi non c’è da essere molto soddisfatti. L’analisi di Carolina Morace, attuale CT della Nazionale, mette a fuoco le difficoltà del calcio in rosa in Italia e la situazione in Europa e in America. “Il problema di fondo del nostro movimento -esordisce Carolina Morace- è la scarsa base e mi riferisco soprattutto al limitato numero di tesserate, di molto inferiore rispetto a quello di altri paesi europei. Oltre al nord Europa, dove il successo del calcio femminile è una questione di cultura, di un maggior spazio dato alle donne a livello sportivo, ci sono altre realtà nel nostro continente in continua crescita e mi riferisco alla Germania, che ha vinto due Mondiali e che vanta 800 mila iscritte, ma anche la Francia con 55 mila tesserate e l’Inghilterra con 60 mila tesserate sono esempi positivi, e ciò dovrebbe far riflettere in quanto Francia e Inghilterra sono paesi culturalmente molto vicini al nostro con la differenza che loro hanno investito e fatto progetti in una certa direzione. In Italia -continua il nostro CT- il calcio femminile è un patrimonio importante, ma purtroppo negli ultimi tempi troppi problemi hanno avuto priorità rispetto al nostro sport e adesso che il calcio maschile sembra aver risolto i suoi problemi più urgenti spero che i vertici federali tornino ad interessarsi di noi”.

Sulle recenti notizie della crisi del calcio femminile negli USA Carolina Morace si è dichiarata sorpresa: “Il calcio femminile USA è un movimento di dimensioni enormi, con 18 milioni di tesserate, grande risonanza mediatica, notevole coinvolgimento di pubblico e ottimi ritorni economici. Tuttavia dipende troppo dalle aziende sponsor ed è pilotato dalla Lega, che ha formato le squadre, stabilito le regole, creato lo spettacolo. Alla lunga finisce per non appassionare più il pubblico e allontanare le sponsorizzazioni. Ma l’occasione per rilanciarlo potrebbero essere i Mondiali in corso di svolgimento negli USA: gli americani, sportivi e non, davanti ad un grande evento si lasciano facilmente coinvolgere”.

La realtà italiana è molto diversa da quella americana, in Italia il calcio è considerato dai più uno sport maschile e giustamente anche la stessa Carolina Morace ha posto l’accento sull’aspetto culturale. Si conoscono situazioni in cui è la stessa famiglia ad impedire ad una ragazza di praticare calcio, perché ritenuto uno sport per maschi, sconveniente sotto l’aspetto fisico, non salutare.
A tale proposito l’intervento del Dott. Massimo Costa, consulente medico della Divisione Calcio Femminile, fuga ogni dubbio: “Dal punto di vista medico -dichiara Costa- il calcio praticato al femminile non è assolutamente svantaggioso, anzi, posso affermare con certezza che il calcio praticato dalle ragazze, a qualunque età, garantisce lo sviluppo psico-fisico e aiuta ad una crescita sana, senza citare l’aspetto sociale e di integrazione tipico degli sport di squadra”.

In America, dove il calcio femminile è a livello professionistico, sostengono addirittura che il fisico delle donne è più adatto al gioco del calcio rispetto a quello degli uomini, e ciò per vari motivi: primo perché hanno i piedi più piccoli e dunque colpiscono meglio la palla, poi perché hanno il bacino più largo e quindi un baricentro più basso che consente un miglior controllo, e, infine, perché hanno una grande flessibilità degli arti inferiori e una notevole resistenza allo sforzo, forse anche maggiore rispetto a quella degli uomini.
Crescita dei praticanti, diffusione omogenea su tutto il territorio, coinvolgimento di pubblico, media e sponsor, sono questi i principali obiettivi che il calcio femminile dovrà conseguire nei prossimi anni. Non saranno conquiste facili ma il movimento è in continuo fermento e può rappresentare per chiunque una “nuova autentica passione”.



Sommario
*Il Calcio Illustrato - Mensile del calcio dilettantistico (LND) - N° 26-ottobre 2003
Home | Contattaci | Newsletter | Pubblicità | Collabora | Chi siamo

Tutti i diritti Riservati - Legge privacy - Copyright - ©2002 - Sito ottimizzato per Internet Explorer.